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C’è molta attesa per la data del 9 maggio, tutti si domandano cosa farà Putin, cosa dirà Putin quel giorno. Celebrando il giorno della vittoria sul nazismo nella seconda guerra mondiale, Putin tornerà ad accostare il governo ucraino al regime nazista, giustificando quindi l’aggressione militare chiamata “operazione militare speciale” e che forse proprio a partire dal 9 maggio assumerà la nuova denominazione di “guerra totale” ai nazisti ucraini?

In una fase della guerra in cui si intensificano gli attacchi e le incursioni sul territorio ucraino, nel sud est fino ad arrivare nella regione della Transnistria, con l’obiettivo, ormai chiaro, di voler chiudere ogni accesso al mare all’Ucraina.

Basterebbe questo per considerare che il Donbass non c’entrava nulla, che l’obiettivo di Putin era e resta un altro e che la guerra di Putin contro il popolo ucraino, non mirava a tutelare le minoranze russofone (non russofile) del Donbass, ma ad impedire una svolta democratica di Kiev.

Perché i regimi autoritari temono più di ogni altra cosa le libertà e i diritti, che le democrazie riconoscono e garantiscono.

Libertà e diritti a cui legittimamente e spontaneamente aspiravano e aspirano tuttora i giovani, ragazzi e ragazze dell’Ucraina.

Alfredo Magnifico