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Difficile prendere una posizione quando un intero quartiere si oppone, con la violenza, al crimine verso anziani e minori; ma lo stesso fatto che ci si opponga in base all’età della vittima fa emergere un discrimine che poco ha a che fare con la giustizia.  Sembra piuttosto di vivere seguendo il codice “d’onore” che vige nelle carceri dove secondo il reato per cui sei condannato puoi essere perseguito dei tuoi stessi colleghi di cella, non solo violenza fisica, ma anche psicologica ed in casi estremi si paga con la morte.

Ed è giustizia? Ma questi sembra siano solo gli estremi di un comune pensare; si potrebbe essere portati a pensare che certe reazioni siano tipiche del Quarticciolo, attenzione che errore più grande non potrebbe commettersi perché qui nessuno pensa alla pena di morte,”Du’ pizze messe bene e te lo ricordi a vita che nun lo devi fa”; e non è forse quello che ti si diceva in casa quando superavi i limiti della buona educazione? Du’ Pizze, la cura de santaccio, chiamala come vuoi ma è la pena che nel credere comune te la ricordi e non ti permette di ricaderci. Quanta poca fiducia nel sistema di giustizia italiana, la nostra una giustizia a sottrarre dove un minimo illecito non da luogo ad alcuna pena; ma anche un  grave reato può dar luogo ad una semplice visita delle carceri perché un sistema basato su una generica franchigia di 4 anni, prescrizioni, buone condotte, attenuanti e chi più ne ha più ne metta, difficilmente fanno pagare per quei reati che lasciano una scia di paura, mortificazione, spesso odio dietro di se.

Non vogliamo entrare a far parte di diritto con chi è giustizialista a prescindere, però una riflessione sulla giustizia diciamo che va fatta, che non si può permettere di reiterare continuamente reati per i quali è scontato ormai si facciano 2, al massimo, 3 notti di cella, uno scippo è uno scippo, come un furto è un furto per entrambe i crimini deve esserci una strada di ravvedimento che sia operoso, ma non fatto a casa propria, fatto sotto la guida di chi dell’operosità deve esserne testimone. Ci sono reati poi di una nefandezza senza limiti, penso agli stupri di gruppo, penso agli adescamenti di bambine. Proprio per quel codice d’onore interno alle carceri ci rendiamo conto che questi soggetti alla fine godono di privilegi spesso negati a chi ruba per mangiare? Verrebbe veramente voglia di abbandonarli su un’isola deserta concedendo loro il possesso di una canna da pesca. Ma siamo nella civile Italia, questo non è permesso; ma se non vogliamo che la vendetta si sostituisca davvero alla giustizia, forse è davvero il momento di ridefinire il concetto di Giusto ed Ingiusto e poi per ogni ingiustizia ci sia la certezza di una Giusta pena da scontare- fino in fondo.

La redazione