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Oggi 27 giugno 2023 ricorre il quarantatreesimo anniversario dello spaventoso e orribile incidente aereo di Ustica. Sono morte 81 persone tra viaggiatori e membri dell’equipaggio, ignare che con loro era in agguato un ordigno che avrebbe estinto le loro vite innocenti. A questi deve andare il nostro primo pensiero.
Eppure l’umana ingordigia ha preso il sopravvento e il disastro è stato “usato” per fini poco nobili, fondati sul danaro e sulle carriere.
In un paese civile e moderno la magistratura dopo un incidente aereo apre un fascicolo per la relativa inchiesta, nominando un collegio peritale di esperti nel ricercare le cause dell’accaduto; e sulla base della perizia tecnica emette la sentenza.
Così si è proceduto per i disastri aerei avvenuti in Europa prima del 1980.
In quei casi i collegi peritali erano formati da studiosi e scienziati aeronautici.
Parte degli stessi periti (tedeschi, inglesi e svedesi) insieme agli italiani (scienziati delle Università) della Sapienza di Roma – scuola di ingegneria aeronautica e spaziale, di cui mi onoro di aver frequentato i corsi di studio; (i professori Aurelio Misiti, Paolo Santini, Antonio Castellani e Giovanni Picardi e dell’Università di Pisa Carlo Casarosa) hanno fatto parte del collegio peritale di Ustica.

I sei periti stranieri sono stati:
– Prof. Hans Forsching dell’Istituto di aeroelasticità dell’Università di Gottingen – Germania.
– Prof. Franc Taylor del Granfield Institute of Tecnology – Inghilterra.
– Prof. Dennis Cooper della Università di Birmingham – Inghilterra.
– Prof. Goran Lllja dell’Istituto Flygtekniska Porsokanstalten di Bromma – Svezia.
– Prof. Gunno Gunnval del Ministero della Difesa di Stoccolma – Svezia.
– Prof. Manfred Held della Schrobenhausen – Germania.

Il collegio internazionale così costituito venne coordinato dal sottoscritto prof. Aurelio Misiti , preside della facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma; il vice-coordinatore è stato l’illustre professore Paolo Santini, presidente dell’Associazione Internazionale di Aeronautica.
In quattro anni di lavoro il collegio ha prodotto una perizia votata all’unanimità. In essa viene indicata una bomba posta nella toilette posteriore come causa del disastro, unica causa tecnicamente possibile. Non si capisce come si possa scrivere e comunicare al pubblico che la causa del disastro non sia quella individuata da un Collegio internazionale così prestigioso ma la testata di un missile o una quasi collisione senza uno studio scientifico e pratico dell’aereo ricostruito.

Nel proseguire il racconto dimostrerò che le altre cause esaminate e approfondite dal collegio peritale, sono state scartate perché mancavano di evidenze radar, strutturali e scientifiche specialmente dopo la ricostruzione dell’aereo con oltre l’ottantacinque per cento dei pezzi recuperati dal fondo del mare.

Il corpo centrale della perizia è costituito da due parti:
– la disanima di quanto era stato studiato da piccoli gruppi di esperti, che con mezzi modesti avevano indicato soluzioni non esaustive secondo la magistratura. A parere del collegio, tuttavia, il lavoro precedente ha consentito ai periti internazionali di poter utilizzare molte informazioni utili al fine di arrivare alla perizia definitiva in tempi brevi;
– la risposta ai quesiti del magistrato e lo studio di tutti i pezzi dell’aereo recuperato dalle profondità marine, montati da un ottimo ingegnere dell’Alitalia da me incaricato. Il 31 agosto 1990 siamo stati nominati e il 25 settembre 1990 l’autorità giudiziaria formulò i primi tredici quesiti da sottoporre al collegio.

Il primo quesito era di carattere generale, e cioè: “Accertino i periti, esaminati gli atti, i documenti ed i reperti acquisiti e che si acquisiranno, e compiuta ogni necessaria operazione peritale, quali siano state le cause della caduta dell’aeromobile ed i mezzi che l’hanno cagionata, rispondendo ai seguenti quesiti specifici” in numero di dodici.

I primi sette di questi hanno richiesto risposte sui tabulati dei vari radar in funzione in Italia il giorno 27 giugno 1980, mentre gli altri cinque hanno richiesto risposte sulla dinamica dell’aeromobile dopo l’evento, sulle parti recuperate comprese le salme.
Il quesito numero nove ci ha chiesto di esaminare le precedenti perizie e tutti gli atti relativi ai frammenti, all’area interessata e alle caratteristiche dell’ordigno; il tutto ai fini dell’indagine.
Infine gli altri quesiti ci hanno chiesto di valutare l’opportunità di procedere a una nuova completa campagna di recupero, che è stata poi decisa, e comunque le risultanze utili alla ricostruzione dell’evento.
(CONTINUA)

Prof. Aurelio Misiti – Coordinatore generale del collegio peritale di Ustica