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La crisi generata dai prezzi dell’energia, ha inciso, e ancora incide, sull’economia italiana e più in genere, su quella europea, mettendo a dura prova le imprese e le famiglie.

A inizio del 2023, si è registrato un parziale calo dei prezzi dell’energia e del gas, che aveva fatto sperare in un’inversione di rotta, anche se il calo è stato ben lontano dai livelli di prezzo a cui eravamo abituati negli anni scorsi.

Purtroppo, però, le previsioni dei prossimi mesi tendono a considerare una ripresa della salita dei prezzi, vista anche la precaria situazione internazionale, con tutti i rischi e le problematiche che ciò comporta.

Tale stato di cose, ha generato un forte impatto, anche a livello sociale, in quanto il maggiore costo delle utenze, ha aggravato il fenomeno della povertà energetica e creato nuove sacche di disagio.

Sempre di più è necessario pensare concretamente a una transizione energetica, che possa assicurare quindi il passaggio dall’uso di combustibili fossili, fonti non rinnovabili, quali petrolio, gas e carbone, a un più efficiente e meno inquinante mix di fonti energetiche rinnovabili.

È indispensabile, allora, nell’ottica della citata transizione energetica, pensare anche degli strumenti che oltre a impattare sul benessere dell’ambiente e del risparmio energetico, vadano a mitigare anche i disagi delle fasce sociali più deboli.

E allora, i sistemi economici vanno rivisti, in modo “sostenibile”, ricorrendo anche alla creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili, aprendo la strada a un sistema che porti benefici nell’ambito della Sostenibilità: Ambientale, Sociale ed Economica ai Consumatori.

Ma vediamo, in breve, cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili, le cosiddette CER, e come funzionano.

Una Comunità Energetica è un’unione volontaria di utenti, che aderiscono a un soggetto giuridico non profit, con l’obiettivo di produrre, consumare e condividere l’energia prodotta da Fonti Energetiche Rinnovabili, tipicamente impianti fotovoltaici, presenti nelle immediate vicinanze degli utilizzatori.

Obiettivo comune delle Comunità Energetiche, è quello di autoprodurre e fornire energia rinnovabile a prezzi contenuti, ai propri membri: coinvolgendo cittadini, attività commerciali, imprese e altre realtà del territorio, è possibile produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.

Per autoconsumo, si intende la possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto per far fronte ai propri fabbisogni energetici.

L’autoconsumo di energia si può realizzare su tre livelli: individuale, collettivo e di comunità: in Italia, le ultime due tipologie, sono riconosciute legalmente dal 2020.

Prosumer è invece il termine utilizzato per riferirsi all’utente che non si limita al ruolo passivo di consumatore, ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo e gode anche di benefici economici.

Possiede un proprio impianto di produzione di energia: consuma ciò di cui ha bisogno e immette in una rete locale l’energia in esubero per scambiarla con gli altri membri della comunità oppure accumularla e restituirla alle unità di consumo nel momento più opportuno.

Un cittadino, un condominio, una Pubblica Amministrazione o un’impresa che scelga di autoconsumare l’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico accede ad una serie di vantaggi economici.

Risparmio in bolletta: più energia si autoconsuma direttamente e più si riducono i costi delle componenti variabili della bolletta.

Guadagno sull’energia prodotta: produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti (fino a 20 anni).

Poiché in una Comunità Energetica l’energia viene prodotta da FER, tipicamente da impianti fotovoltaici, si riducono le emissioni di CO2.

Considerando che, in Italia, una famiglia tipo consuma circa 2700 kWh di energia elettrica all’anno, con un impianto fotovoltaico si eviterebbero le emissioni di circa 950 kg CO2/anno corrispondenti all’attività di assorbimento di circa 95 alberi!

Per garantire il carattere no profit delle Comunità Energetiche, non è ammessa la partecipazione, in qualità di membri della comunità, di aziende del settore energetico (Fornitori ed ESCO) che possono, invece, prestare servizi di fornitura e di infrastruttura.

Le Comunità Energetiche possono sperimentare ruoli innovativi in ambito sociale, etico e civico, strutturandosi attraverso una governance locale a responsabilità diretta, alla base della quale, cittadini, associazioni e realtà imprenditoriali, condividono un insieme di principi, regole e procedure che riguardano la gestione e il governo della comunità, verso obiettivi di autogestione e condivisione delle risorse.

Essere Comunità Energetica significa ristabilire una relazione con l’ambiente a partire dall’uso di fonti rinnovabili per la realizzazione di un sistema economico e sociale sostenibile per le generazioni presenti e future.

Infine, Comunità Energetica significa mutuo appoggio, cooperazione e scambio, concetti alla base “del vivere insieme” e dell’abitare sostenibile.

 

 

Valentina Masciari
Responsabile Utenze Konsumer Italia