Ultime notizie

 

FutuRisto by Vincenzo Liccardi

 

Quando vengo a New York mi ricarico di un tale entusiasmo che al ritorno a Modena contagia i miei ragazzi e la nostra cucina”. Questa frase di Massimo Bottura, all’indomani di un evento di successo nella Grande Mela, può dare il senso e la misura della portata di un fenomeno come lo street food newyorkese. Accadeva durante il Columbus Day del ​​2014 a Madison Park da Shake Shack, il chiosco di hamburger più famoso del mondo, dove lo Chef e Imprenditore modenese creò l’Emilia, il pop-up burger in edizione limitata: solo 1.000 esemplari dedicati al giorno di Cristoforo Colombo. In quell’occasione centinaia di persone si misero in fila dalle prime ore del mattino e i 1.000 hamburger “sparirono” nel giro di poche ore.

 

Il cibo di strada a New York è una cosa seria, un’istituzione. Qui Street Food non è sinonimo di bassa qualità: la Grande Mela può essere considerata come l’accademia dell’alimentazione on the go, che raggiunge livelli altissimi di gusto e di esclusività senza pari nel mondo. Ha sempre rappresentato una parte fondamentale della vita gastronomica della città, grazie alle diverse culture che si incontrano e che si mescolano ogni giorno. Da sempre la metropoli statunitense è disseminata in ogni angolo di strada di camioncini che offrono qualsiasi tipo di cucina: mediorientale, mediterranea, messicana, sudamericana, orientale e chi più ne ha più ne metta. Negli ultimi anni, poi, lo street food newyorkese ha assunto una crescente popolarità e importanza, portando alla nascita di nuovi Food Truck che offrono cibo di altissima qualità. Luke’s Lobster, ad esempio, offre deliziosi panini con aragosta, granchio e gamberi, tutti serviti con burro aromatizzato, maionese e una salsa speciale. Panini preparati in modo magistrale, sapori davvero particolari che restano impressi nella memoria… ovviamente il listino prezzi non è esattamente quello dei fast food tradizionali.

 

I Food Trucks rappresentano un’alternativa tutto sommato economica ai ristoranti tradizionali, per coloro che cercano un pasto veloce e gustoso durante una pausa pranzo o una passeggiata per la città. Ce n’è per tutti i gusti: Chef Samir Truck si muove in tutta la città proponendo cibo di strada marocchino, Wafels & Dinges serve deliziosi waffle belgi per le strade della città… e poi c’è anche un po’ d’Italia con Neapolitan Express, che offre pizze di qualità utilizzando fonti di energie alternative e pulite e che sta riscuotendo successo anche presso i “difficili” clienti italiani.

 

Ma girando un po’ per la città possiamo trovare molto altro ancora: i coni a forma di pesce ripieni di gelato di Taiyaki NYC, davvero belli e buoni, come i falafel del Mamoun’s Falafel o i tacos di Los Tacos No. 1, piuttosto che gli hamburger del già menzionato Shake Shack e molto altro ancora.

Ma lo street food newyorkese è anche un fenomeno economico di rilievo. Un’industria che genera milioni di dollari ogni anno e che rappresenta un’importante fonte di lavoro per migliaia di persone: non solo i cuochi e i loro assistenti, ma anche gli artigiani che costruiscono i chioschi, i fornitori di ingredienti e tutti coloro che lavorano nel settore dell’ospitalità.

Chi conosce New York sa che il cibo di strada rappresenta davvero un pezzo importante della cultura cittadina. E sa anche che lo street food nella Grande Mela va oltre la semplice degustazione di cibo: è un’esperienza culturale, un modo per viaggiare in tutto il mondo attraverso i sapori provenienti da ogni dove. È un fenomeno che non ha eguali e che rappresenta la democratizzazione dell’alta cucina, è simbolo di inclusione sociale ma è anche fonte di ispirazione per molti chef e ristoratori, che si lasciano influenzare dalle tendenze e dai sapori del momento. Attraverso il cibo di strada la città si apre al mondo, accogliendo e celebrando le diverse culture che la compongono. In un’epoca in cui le differenze culturali sono spesso causa di conflitti e divisioni, lo street food rappresenta un’occasione per unire le persone intorno ad una passione comune: il cibo.

Vincenzo Liccardi

www.foodcostincloud.it