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Diversi governatori, oltre mille sindaci hanno lanciato l’appello a draghi a proseguire il percorso del governo, Lega e forza Italia e Italia viva hanno messo il veto ad un governo con i 5 stelle, a parte il fatto che il presidente della repubblica non accettando le dimissioni e rinviando alle camere non mi sembra abbia imposto cambiamenti, anzi il pacchetto dovrebbe rimanere integro, pur non avendo mai votato i 5 stelle, penso che senza il M5s va a farsi fottere l’agenda sociale del Governo Draghi,  lasciando tutto alla mercé di un tecno-burocrate con sbilanciamento a destra e con pesanti «conseguenze» per «l’agenda sociale del Paese.

L’uscita dal governo del Movimento 5 stelle rischia di indebolire la possibilità di realizzare quell’ agenda sociale che oggi è sul tavolo e che è oggetto del confronto tra le parti sociali e rischia di bloccarsi se dovesse venire meno il loro contributo nella squadra di governo e fatalmente anche se dovesse venir meno il governo.

Nei prossimi mesi di Legislatura ci può essere spazio per condurre in porto tutti gli impegni dell’agenda sociale lanciati in periodo pre-crisi (salario minimo, contratti collettivi, vertici coi sindacati, tema pensioni etc.), la supremazia delle destre con di Maio e il suo neonato gruppo, che non si capisce quale sarà la collocazione, non ci sono prospettive nelle quali si può rafforzare la possibilità della realizzazione degli obiettivi dell’agenda sociale diversi dalla prosecuzione di questo governo con il contributo dei 5 stelle.

Il Pd, con la perdita della vocazione lavorista e l’uscita dei parlamentari che poi diedero vita a Leu,  in questi ultimi anni si è rivolto troppo spesso ai lavoratori già tutelati, ai dipendenti, agli elettori delle zone centrali delle città, troppi dita puntati e attacchi trasversali sulle politiche sociali, che definiscono il reddito di cittadinanza ‘populista’.

Un governo come quello in carica, nato per un momento di emergenza, figlio di BCE, poteri forti, non può non pensare al lavoro, alla protezione dei lavoratori, alla lotta alle disuguaglianze, alla coesione sociale, al tema della sanità e della scuola pubblica e alla transizione ecologica.

Serve bilanciare il governo e tenere dentro con i difensori dei poteri forti anche i partiti che condividono un’agenda sociale, l’uscita dei 5 stelle dal governo sbilancerebbe pericolosamente la compagine governativa che sarebbe formata in gran parte da fuoriusciti dai partiti.

 

Alfredo Magnifico