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Un sito storico, archeologico e culturale aspetta da più di quarant’anni una  valorizzazione, i recenti lavori di diserbo nell’area verde compresa tra via Titina de Filippo e via Lina Cavalieri, in terzo Municipio hanno riportato alla luce reperti risalenti al II secolo a.C.

Da allora, l’area è stata lasciata nel più completo abbandono dalle istituzioni con il pericolo sempre imminente, oltre che di scavi clandestini, anche di incendi nel periodo estivo.

Nel 1996 fu organizzata una grande mostra dal Municipio sulla storia del territorio, dalle origini ai giorni nostri, l’evento riscosse un forte successo: In un mese più di 10mila visitatori.

L’allestimento era caratterizzato da 50 pannelli, cinque plastici e molti reperti dell’età primitiva, l’interesse della popolazione fù evidente, ma non sufficiente per investire risorse sulle nuove scoperte archeologiche nella zona di Serpentara.

Ma cosa c’è sotto il prato verde di via Cavalieri? L’area archeologica, fu scoperta tra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80 del secolo scorso in seguito alla realizzazione delle opere di urbanizzazione del quartiere.

A venire alla luce, dapprima, fu un’importante strada basolata romana (antico sentiero lastricato di epoca romana), in parte distrutta dagli scavi, ancora in ottimo stato, in alcuni punti conserva anche il paracarro e i camminamenti pedonali.

Questa strada collegava via Salaria a via Pertinaria (attuale via delle Vigne Nuove) e rivestiva un’importanza strategica per la viabilità di allora in quanto permetteva, oltre al collegamento tra Fidenae e la Nomentana anche il superamento di un difficile tratto della via Salaria che nel periodo autunnale/invernale si allagava a seguito dell’esondazione del Tevere.

La zona archeologica è dominata dai resti di due ville rustiche: “La principale è di età repubblicana, risale al II secolo a.C. e si estende per oltre 200mq.

In epoca Imperiale la villa fu ampliata con la costruzione di un impianto termale, fu abitata fino al V secolo d.C.

La seconda struttura potrebbe essere invece di pertinenza della villa imperiale oppure una seconda villa o ancora un borgo agricolo.

La zona archeologica si completa con la presenza di una necropoli (probabilmente di pertinenza della villa) e di reperti di epoca arcaica e neolitica come vasi, cibo e oggetti funerari. Il quadro si chiude con selci preistorici riferibili ai Neanderthal di circa 150mila anni fa.

L’area archeologica è attualmente ancora tutta sottoterra mentre alcuni reperti più preziosi sono custoditi dalla Sovrintendenza.

Il territorio ha un valore inestimabile e può regalare ancora molto, l’area deve essere ancora ispezionata a livello archeologico e ci sono intere zone non perlustrate.

Si è costituita un’associazione “Limes” che senza mezzi termini attraverso i responsabili afferma: “non ci interessa la mera scoperta di un oggetto, ma vogliamo studiare ed analizzare a chi apparteneva, come veniva utilizzato e, attraverso i reperti, ricostruire i valori e la cultura dei popoli che abitavano i nostri quartieri decine di secoli fa”.

L’obiettivo, “è quello di riportare alla luce i reperti, dettagliarli, e magari creare un museo del III Municipio dove; tutto possa essere visto e studiato dai cittadini.

Il progetto non è utopistico e non prevede tempi lunghissimi. Dobbiamo lavorare all’unisono con l’amministrazione che finalmente, dopo tanti anni, ha mostrato concreto interesse al tema. Il percorso è avviato e nel corso degli anni arriveranno i risultati. I tempi dell’archeologia non sono scientificamente quantificabili, ma si lavorerà sul sito. Siamo determinati, l’associazione Limes APS nasce per fare cose concrete e portarle a termine”.

Alfredo Magnifico